In principio era la pellicola
Dal babbo ho appreso la fotografia, era affamato di immagini e ho ancora a casa la sua ikoflex 6×6 e la exacta 24×36. Dilettante con pochi soldi e tanto entusiasmo.
Come spesso accade, per caso con un amico al cinema a vedere blow-up e all’improvviso innamorarmi di una nikon quella col Photomic, mamma che me la regala per la maturità, pagandola a rate, con le cambiali di una volta.
E poi il piacere di imparare che, in quel tempo, praticamente tutto era fotografabile, senza privacy o perversioni supposte e poi leggere testi di teoria, guardare le immagini dei maestri di allora e provare a imitarli mettendoci del proprio e così si è cominciato.
E poi la camera oscura, il bagno di servizio di casa requisito per ingranditore, bacinelle, sviluppatrici, pinze, bottiglie con gli acidi di sviluppo e stampa, carte fotografiche vari formati, lampadine e altro.
Quel tipico odore/profumo che impregna l’ambiente.
E condividere con l’amico i successi e gli insuccessi, quel tempo interminabile tra la ripresa, il ritorno a casa, lo sviluppo della pellicola, il guardare cosa ne veniva fuori e poi stampare.
Al confronto di oggi, una agonia temporale ma piacevole e fascinosa.
Questa è una raccolta di immagini per testimoniare un periodo di me; probabilmente non importa ad alcuno ma vorrei testimoniare come nella pellicola, ancora ora riesumata da classificatori e archivio, sia possibile estrarre un gusto molto particolare, un sapore lento, un profumo di qualche cosa che era e non è più.
Oggi tutto è meglio, forse, anche se rimane sempre poco spazio alla nostalgia, quella genuina, a viverla certo si perde e spreca tempo, chissà poi a far che cosa.
Oggi quel che hai o fai, è vecchio appena avuto o fatto. Sic transit gloria mundi.